sabato 12 aprile 2008

New Zealand: Gli Dei e la via degli spiriti

La sera arriviamo al Tongariro National Park.
Su questo altopiano sorgono i due Dei, due colossi che ammiriamo con la luce del tramonto

Tongariro, il signore dei vulcani, avvolto da un manto di nuvole

E Ruapeu, il vulcano più alto e imponente del parco, noto per aver interpretato il Monte Fato nel “Signore degli Anelli”.

La mattina seguente partiamo per andare a conquistare la vetta di Ruapeu.
Un po’ per ottimismo, un po’ per disinformazione, sottovalutiamo parecchio l’impresa.
Arriviamo con la seggiovia a quota 2000 metri.
Ne rimangono 680 alla vetta.
Non esistono sentieri.
Quello che abbiamo è solo una mappa della zona.
Ci arrampichiamo tra le rocce e i ghiacciai.

Passiamo lo strato delle nuvole e andiamo ancora su.

Tongariro ci guarda maestoso.

E si sale ancora fino alla cresta del cratere.

E si arriva al Dome, la vetta.
Sono passate quasi 3 ore e abbiamo appena il tempo per riposarci un attimo, che è già ora di tornare giù.
La seggiovia alle 4:00 chiude, e, se si perde l’ultimo giro, sono 2000 metri di discesa.

In discesa prendiamo una strada diversa che passa dai ghiacciai.
Ed è così che ci ritroviamo a scivolare sul ghiaccio e a saltare i piccoli fiumi del disgelo.

Confesso che più di una volta ho temuto di non fare a tempo, ma, alla fine, dopo più di 2 ore di discesa, ecco di nuovo la seggiovia.
Siamo riusciti nell’impresa.
Abbiamo conquistato la vetta del Monte Fato.

Tanto distrutti quanto soddisfatti ci rimettiamo in marcia verso nord.
Ripassiamo da Rotorua a farci un bagno nelle sorgenti termali e proseguiamo per la Coromandel Peninsula e poi su verso Aukland.

Passiamo Aukland dall’alto della soprelevata e continuiamo verso il nord.
La foresta dei Kauri è una tappa obbligata.
I Kauri sono gli alberi giganti della Nuova Zelanda; gli dei della foresta.

Dopo gli onori del caso ripartiamo, diretti sempre più a nord.
Sulla via incontriamo dune gigantesche che formano vere e proprie penisole.

A sera arriviamo a Ninety Mile Beach.
150 kilometri di spiaggia larghissima e bianca, percorribile in macchina.

Ovviamente col limite dei 100km/h.

In Nuova Zelanda non importa come sia la strada; se stretta, sterrata, su una spiaggia o in cima a una montagna con accanto il precipizio, se è fuori città il limite è sempre e comunque 100km/h.

Da Ninety Mile Beach ammiriamo un tramonto meraviglioso e ripartiamo.

Infine, sotto un vento violentissimo e pioggia ininterrotta arriviamo a Cape Reinga, la punta estrema dell’isola.
Dove gli oceani si incontrano.

I Maori dicono che le anime dei loro morti, ovunque siano, tornano in Aotearoa (il nome Maori della Nuova Zelanda), la percorrono tutta fino a qui, per poi lasciare il mondo terreno, li, dove gli oceani si incontrano.

Ormai il mese è agli sgoccioli, è tempo di tornare a Aukland a restituire la Jucy.
Spendiamo l’ultima giornata nell’unica vera metropoli di questa nazione e, dopo una nottata in aeroporto, prima dell’alba, si risale sull’aereo.

Si torna in Australia.

Kia-Ora Aotearoa.

1 commento:

Bungler Butterfly ha detto...

Uè...
niente viaggi niente blog?

su dai... lo so che ti frullano mille idee per la testa e devi solo metterle per iscritto =D