Come spesso accade, le cose belle capitano sempre per caso.
Qualche settimana fa Emma ci chiese se volessimo andare con lei e Marcus (un suo amico quanta basta fuori di cotenna) a fare un week end in campeggio in un parco naturale chiamato Wilsons Promontory.
Non avendo programmi, ne tantomeno idea di cosa fosse, le dissimo "si".
A 2 giorni dalla partenza scopriamo che anche i genitori di Emma (che ormai ci hanno pressochè adottati) si aggregano alla gita.
Confesso che la cosa mi imbarazzava un pochino, ma ormai sto imparano che le usanze australiane sono aliene alle nostre povere mentalità italiane.
Venerdì
Rendez-vous con Emma e Marcus e si parte.
Fermata per procurarsi una cassa di birra e cena on the road a base di fish & chips.
4 ore dopo arriviamo al parco naturale.
Montare le tende di notte è sempre un'emozione...
Mai quanto rendersi conto di essere circondati da possum e wombat.

Finchè sono i possum, ce li abbiamo anche dietro casa, ma i wombat...

La prima cosa che ho pensao vedendo un wombat è che sembra un incrocio tra una nutria e un porcellino... però è un marsupiale.
Dormire in una tenda più corta di te è sempre un'emozione...
Nda: il verso dei possum è una specie di urlo straziante. Immaginate il piacere di dormirci di fianco.
Sabato
Giornata stupenda.
Sveglia presto, colazione e strani volatili.
Immaginatevi di essere seduti, col vostro caffè in mano, e vedere intorno a voi questo.


Ovviamente l'umore al campo base si è alzato incredibilmente.

Partiamo per una passeggiata su uno dei monti.
La vegetazione circostante è uno spettacolo.
In questo caso le immagini dicono molto di più delle parole.


Si torna al campo per il pranzo e subito si riparte.
Nel pomeriggio, mare.
Andiamo a Squeaky Beach.
Emma mi spiega che si chiama così perchè quando ci cammini fa "squeak, squeak"...
Dubbioso proseguo finchè non mi si para davanti agli occhi questo spettacolo.

Scendiamo fino alla spaggia.
Primo passo... "squeak"
Secondo e terzo... "squeak, squeak"
Incredulo esamino la sabbia e svelo l'arcano.
La sabbia bianco latte, è talmente fine che quando ci si cammina sopra fa un rumore di slittamento simile a quello di quando si cammina sulla neve fine.
L'acqua è cristallina e gelida, ma ci saltiamo dentro senza pensarci un secondo.
Sembra il paradiso terrestre.

Si avvicina la sera e decidiamo di andare a vedere il tramondo da Tidal Beach.
Anche in questo caso le parole sono inutili.



Torniamo, ceniamo, chiacchieriamo, qualche birra e qualche partita a carte, tutto sotto le stelle.
Orione, la via lattea e la croce del sud sono uno spettacolo meraviglioso.
Il sonno prende il sopravvento e la notte passa in uno schiocco di dita.
Domenica
Ci svegliamo con un tempo da lupi.
Il clima del Victoria non ti fa annoiare mai.
Visto che ancora non minaccia grossa pioggia decidiamo di intraprendere un'altra passeggiata.
La meta è Oberon Beach.
Il nome Oberon deriva dal del re delle fate in "Sogno di una notte di mezza estate".
Il cielo grigio, il vento, le onde e gli alberi bruciati dall'incendio di due anni prima, creano un'atmosfera davvero magica.
Ti aspetteresti davvero che da un momento all'altro, da un tronco spaccato, salti fuori una fata.


Arrivati alla spiaggia, lo spettacolo mi lascia senza fiato.

Si alza il vento e compaiono le prime gocce di pioggia.
Si torna al campo.
Facciamo a tempo a finire di mangiare e ricomincia a piovere.
Smontare le tende con la pioggia e il vento è sempre un'emozione...
Salutiamo il Wilsons Promontory e si riparte alla volta di Melbourne.
Questo assaggio di cosa può offrire questa terrà non ha fatto altro che consolidare il mio desiderio di partire.
La scelta è fatta.
Dopo 4 mesi di viaggio assieme, la mia strada e quella di Luca, tra qualche settimana si divideranno.
Lui vuole rimanere a Melbourne ancora per un qualche mese, io voglio viaggiare.
La mia meta sarà Perth.
Da li in poi?
Who knows...
Stay tuned